Quando una mia amica guarda un film, spesso sogna di immedesimarsi in uno dei protagonisti. L’altro giorno ha visto per la prima volta Goodbye Lenin, storia di una sostenitrice della DDR che cade in un coma profondo nei mesi che precedono il crollo del Muro. Al suo risveglio il figlio cerca di nasconderle i segni di quel cambiamento epocale, per non provocarle uno shock fatale per la sua salute. Nel sogno, neanche a dirlo, lei è la madre, io il figlio e a Milano è stato appena annunciato Radar Festival, due giorni di future pop, sonorità black, elettronica da far sembrare l’Idroscalo un parco britannico o scandinavo. La line-up è ricercata, fresca, coraggiosa, in linea con quanto succede d’estate nelle migliori capitali europee. Metà degli artisti sono donne, cosa che la sconvolge subito. «C’è una tale Abra» – cerco di spiegare – «che sta ridefinendo e ricombinando il futuro dell’R&B, e poi Yung Lean, uno svedese che si autoproclama sad boy segnando l’estetica di una generazione di trap kid». «Ma allora la trap è esplosa in Italia?». «C’è Sophie» – divago – «producer icona che ha fatto svoltare il movimento PC Music, un’americana bianca che fa house e si fa chiamare The Black Madonna, un collettivo apolide che fa molto weird-pop Anni Zero, Superorganism; e ancora: una gallese che sperimenta in scenari pop elettronici molto artsy, Kelly Lee Owens, una producer/visual artist kuwaitiana tra le artiste contemporanee più intriganti e influenti, Fatima Al Qadiri». «Ma dove sono gli headliner?», incalza. «C’è Sampha, una delle voci black più calde e intense di oggi e gli Young Fathers, il trio alt-rap amato dai Massive Attack». Breve sospiro di sollievo. «Il mondo» – continuo a sindacare – «cambia velocemente: la scena queer americana abbraccia il rap (Cakes Da Killa), in Spagna il reggaeton incontra il rap (Bad Gyal), in Austria nell’R&B regna una giovane siriana (Mavi Phoenix), in Giappone Grimes e Charli XCX fanno scuola (Rina Sawayama)». «E chi sono gli italiani?». «C’è una nuova icona pop di nome MYSS KETA. E poi Populous, con le sue contaminazioni tra Portogallo e Centro America e il duo Santii, che sembra venuto fuori da Londra: un po’ come il Radar, non sembrano nemmeno dei progetti italiani, così come L I M e Sequoyah Tiger, del resto. Poi c’è questo Young Signorino che sta destrutturando la trap in chiave nonsense: sul web non si parla d’altro». Lo shock sembra vicino. «Ma Charlotte Gainsbourg è l’attrice, la figlia di Serge e Jane Birkin?». Shock scongiurato.
Piero Merola
PROGRAMMA:
VENERDì 8 GIUGNO
• Sampha
• YUNG LEAN
• The Black Madonna
• ABRA
• PALE WAVES
• Akabadgyal
• Cakes Da Killa
• Populous & Friends
• Sequoyah Tiger
• L I M
• Venerus
+ more acts tba
SABATO 9 GIUGNO
• Charlotte Gainsbourg
• Young Fathers
• SOPHIE MSMSMSM
• Superorganism
• Kelly Lee Owens
• Fatima Al Qadiri
• Rina Sawayama
• Mavi Phoenix
• MYSS KETA
• Young Signorino
• Santii
Scritto da Chiara Colli