Dopo la lunga marcia dello scorso giugno agli I-Days, l’occasione di godersi nuovamente un concerto di Thom Yorke è stata accolta dal pubblico con un sold out pressoché immediato. Inoltre, cosa ancor più gradita almeno dal sottoscritto, Thom si presenta come solista (o meglio, accompagnato dall’inseparabile Nigel Godrich – già produttore dei Radiohead e degli album di Yorke The Eraser e Tomorrow’s Modern Boxes, oltre che suo compagno negli Atoms for Peace), dimensione nella quale si esprime al meglio, liberato mentalmente da tutto ciò che significa essere il frontman della band più significativa degli ultimi 20 anni, di fronte a un pubblico di dimensioni umane e in una location d’eccezione come il Teatro Verdi, e più disposto ad abbandonare l’anima rock per godersi i suoi viaggi elettronici, tra momenti introspettivi e altri più coinvolgenti. Ho avuto la fortuna di vederlo a Club To Club 2015, un’esibizione che aspettavo dal 2006 – anno di uscita del suo primo, incredibile e ineguagliato album da solista: Thom, in compagnia di Nigel sul palco e accompagnato dagli strabilianti visual di Tarik Barri (presente anche stasera), si esibì in un live indimenticabile, andando a pescare sia le tracce di The Eraser (Cymbal Rush e Black Swan su tutte), sia quelle di Tomorrow’s… (A Brain in a Bottle, Nose Grows Some), oltre che alcune nuove tracce e due hit degli Atoms for Peace come Amok e Default (gran finale). Ad aprire la serata Oliver Coates, del quale si fa un gran parlare bene. E poi, se lo dice Thom, io ci credo.