Nell’arte giapponese del kintsugi, esperti ceramisti riparano tazze e vasi rotti evidenziandone le crepe con polvere d’oro. Una bellissima metafora della fragilità che diventa il principale elemento di valore. La ricomposizione, così come una certa accettazione della transitorietà, ritornano nella poetica di Ryoichi Kurokawa, che di quei ceramisti rappresenta oggi la versione più contemporanea e tecnologicamente avanzata. L’artista, scelto dal festival internazionale di musica elettronica e live media NODE per aprire il percorso che porterà alla sua nuova edizione, crea infatti opere audiovisive, installazioni, sculture e stampe digitali nei quali elementi naturali, strutture, leggi e dati scientifici vengono scomposti e ricomposti attraverso una sopraffina rielaborazione digitale. Nei suoi lavori suono e immagine si uniscono in modo invisibile e l’arte si avvicina in maniera affascinante alla scienza, traendo ispirazione dalle ultime scoperte nel campo dell’astrofisica o dalle ricerche sulle nanotecnologie. al-jabr, radice araba del termine “algebra” la cui etimologia indica la ricomposizione delle parti di un insieme, è la sua prima personale in un’istituzione italiana, non fatevela scappare.
Scritto da Leona