Un ricordo musicale deve sempre pescare da un ricordo emozionale, altrimenti significa che quella non è la musica che ti piace. Se penso a Barnt rivedo me e i miei compagni d’avventura qualche anno fa in vacanza a Marsiglia. Troviamo una casa bellissima con vista porto, consolle e vinili in salotto, musicassette di Laurent Garnier sul tavolo e un manifesto di fronte al water con la scritta gigante “BARNT” ospite di un club parigino. Per un’estate quella è stata l’immagine dei miei/nostri momenti più raccolti dentro a un viaggio indimenticabile. E anche la musica di Barnt è così: taglia il rumore in due, ti prende per mano, ti entra in testa e non ti molla più. Fidati del suo DNA tedesco, lascia le zavorre a casa e fatti portare lontano. Pensa solo a quanti after ha salvato il suo remix di Proceso dei C.P.I., a quante serate insipide ha fatto decollare “Geffen”, a quante albe hanno portato il sorriso i suoi dj set malati e ossessivi. Barnt ti aspetto, in Santeria, in una prima sera d’autunno pronta a tornare a Marsiglia e a quei viaggi che non dimentichi mai.