Elegante, selvaggia, eccentrica. La complessità musicale di Anna Calvi ruota intorno a un animo raffinato e rock’n’roll, che rievoca lo spirito di David Bowie e i meandri wave di Siouxsie Sioux. Lo conferma il suo terzo disco, “Hunter”, un’opera perfettamente compiuta che incanala l’ascoltatore in un romanticismo passionale, teatrale, pieno di forza e vulnerabilità. Merito della sua voce cristallina, audace, piena d’urgenza, e di ballate scintillanti eppure drammatiche che sembrano far camminare nella versione più sexy (ma a tratti anche androgena) di un film di Lynch.
Assistere a un suo live significa esplorare il piacere nella sua massima forma, tendente agli estremi e mai al compromesso, scevro da qualsiasi stilema – aspettatevi pertanto anche qualche chicca a sorpresa (tipo una cover di “Ghost Rider” dei Suicide).
Scritto da Fabrizio Melchionna