Un timbro da soulman navigato intrappolato nei panni di un giovane. George Van Den Broek, alias Yellow Days, è un fresco enfant terrible della periferia inglese, dall’anima senza tempo. Il suo esordio “Everything Okay in Your World?” (licenziato lo scorso anno, quando era poco più che maggiorenne) è un clash di suoni sporchi, riverberi e melodie affabili capaci di forgiare un legame fra la depressione adolescenziale e le atmosfere rétro di Joe Cocker e King Krule.
Un’emotività indomabile, che lascia le sfumature di grigio agli altri, per stenderti e travolgerti con una voce calda e profonda. Yellow Days porta sul palco un‘innata attitudine lo-fi – e lo-profile – che rende il suo nu-soul, già ricco di synth e chitarre jazz, moderno e pensato. Un binomio imperdibile nelle notti milanesi.
Scritto da Simona Vetrella