Fra i volti dei presidenti americani scolpiti nel monte Rushmore, uno spazio dovrebbe essere riservato all’indiscusso sovrano di Detroit, aliena creatura di sovrannaturale eleganza. Jeff Mills è un brand a sé stante, sigillo di pregio su una produzione trentennale che, pur avendo raggiunto la massima notorietà immaginabile, non smette di trasformarsi, diramando entro nicchie sperimentali: pochi mesi fa la pubblicazione dell’agognato EP con Tony Allen, in cantiere dal 2016 e anticipato da live catartici nei teatri più raffinati del mondo; una mastodontica opera orchestrale ispirata al sistema solare (“Planets”, di diciotto brani), che conferma il Mills visionario e pioniere della classica elettronica.
Senza scordare la rilettura sonora del colosso cinematografico Metropolis e la riunione con il co-fondatore di Underground Resistance Mike Banks, in un’eccezionale esibizione nipponica che li ha visti di nuovo insieme come X-102 dopo un decennio.
Jeff Mills è un genio visionario, un esteta, è un vivente manifesto d’avanguardia. Lunga vita al Re.
Scritto da Laura Cap