Un’esperienza sinestetica. Prima che band di psichedelia interdimensionale e componente attiva del circolo schizoide-occulto di Roma Est cresciuto tra le mura del DalVerme e sotto l’ala protettiva di Thalassa, i Rainbow Island sono un trip multisensoriale. L’avevamo capito già qualche anno fa con RNBW, ma con il secondo album – uscito ormai lo scorso anno – si sono superati.

Crystal Smerluvio Riddims (non vi viene tantissima voglia di ascoltarlo solo dal titolo?) è un effluvio di psichedelia liquida e dilatata, che oscilla tra orizzonti futuristici e territori esotici e hypnagogici, elettronica, minimalismo e dub lisergici appartenenti a una dimensione parallela dove suono e visione si confondono. Un disco che è in primo luogo un’avventura, all’ennesima potenza in versione live: ritmi smerluviati e cristallini vi accompagneranno in uno sviaggio tra aborigeni e gombo synth, verso terre lontane della Mininesia a contatto con aracnidi impegnati in una danza mistica; vi ritroverete ipnotizzati da una pesca roteante, rivitalizzati da un succo fruttato energizzante, spediti dentro un rally di un videogioco e infine cullati dolcemente dalla acque di un fiume ancestrale. Se tutto questo vi suona surreale, provate a varcare la porta del Circolo IAM (situato all’interno dell’Anfiteatro Martesana) e ne avrete la conferma. Trip mentali fin dall’apertura con i ritmi spezzati e le macchine analogiche di Tambour Doux (aka Canedicoda).