Mi piace che si parli di “post-industrial” in un paese dove – a mio parere – non abbiamo mai davvero metabolizzato neanche il concetto di “industrial”. Author & Punisher mi è sempre sembrato un bigino abbastanza emblematico di cosa si intenda in tal senso: macchina, pressa e pistone sono interiorizzati in una performance “transumana” che quasi abbandona la conflittualità luddista del binomio uomo/macchina. Umanità aumentata, macchina che si fa carne e altre frasi suggestive che piacerebbero a Nine Inch Nails, Godflesh e Cronenberg (da cui A&P pesca a piene mani – e lo fa bene).
Se non vi bastasse l’idea di una performance fatta di bracci meccanici, pompe idrauliche e riff “alla Ministry” ci pensano Lingua Ignota e Nàresh Ran a declinare ulteriormente il discorso, rispettivamente con reminescenze black metal e drone/dark ambient. Se anche voi state in fissa con “Cyberpunk 2077”, questo è un buon modo per aspettare il prossimo video gameplay.
Scritto da Andrea Pagano