Per entrare nel pieno spirito di un festival non basta il giusto outfit, in questo caso qualche treccina e la camicia hyppie. Per il Kamala Festival risparmiatevi questa fatica, perché la gente non vi guarderà per come sarete vestiti – strano ma vero -, ma per chi siete veramente e cosa riuscite a trasmettere agli altri ballando ma anche facendo diverse attività.
All’inizio sarà un po’ strano (gente che vi sorride, che vi abbraccia, che balla con voi, che vi invita a partecipare ai workshop), ma poi vi renderete conto della piacevole scoperta. No, non è una setta o uno di quegli strani gruppi di ascolto.
Inebriatevi di bandierine colorate, di profumo di nag champa, di gente presa bene, di giocolieri, di ritmo downtempo, di improvvisazioni teatrali, di massaggi e di lezioni yoga. Lo scorso anno per due giorni si sono stati anche talk, sessioni di mindfulness, live music e in tutti gli spazi del Cascinet succedeva qualcosa.

Tra il suono di un gong e un mantra, perdetevi nel ritmo del Kamala. Uno speciale raduno di artisti conosciuti dagli organizzatori durante i vari viaggi intorno al mondo: Frida Darko, Red Pig Flower, Andrea Barbieri e Baladeva (per citarne solo alcuni), operatori che vi faranno star bene inducendovi al ballo e facendovi aprire tutti i vostri chakra.
Perché andare al Kamala Festival? Per il mood freak, perché possono partecipare tutti – giovani, adulti e bambini – i prezzi sono popolari, è pieno di good vibes e il tempo scorre lentamente e ve ne accorgerete solo quando volgerete il saluto al sole, che sarà già basso.

Anche quest’anno abbiamo chiesto a Beniamino Sulfaro, l’organizzatore di Kamala, di stilarci una soundtrack che racchiude i momenti spirituali e danzerecci di Kamala