La biografia di A. Brehme è concisa, pragmatica ma al tempo stesso aperta: “Non esistono dati di fatto, solo interpretazioni”. Basta questa frase per capire che all’artista di stanza a Bruxelles non piaccia perdersi in chiacchiere e che, come si suol dire in questi casi, preferisca far parlare la musica.
I suoi set, così come le sue produzioni (pubblicate su Form and Function e Sonata Forma), sono spirali discendenti di ambient techno rarefatta. Tra incedere regolare e melodie avvolgenti, l’ascoltatore è accompagnato fino al nucleo dell’essenza, cullato in un liquido amniotico che ammalia le sinapsi. Forte di presenze ad Ohm, Technoon, Hertz e Waking Life, il dj belga è pronto a tuffarsi nei meandri dell’Acquario di Masada e a portarvi con sé in un’immersione profondamente ipnagogica.
Scritto da Simone Zagari