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dom 09.02 2020

“…the Amplifying Gas”: Keiji Haino + Russell Haswell

Dove

Pirelli HangarBicocca
Via Chiese 2, 20126 Milano

Quando

domenica 09 febbraio 2020
H 19:30

Quanto

gratis fino a esaurimento posti

Cerith Wyn Evans - Composition for 37 Flutes (2018). Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2019. Courtesy dell’artista, White Cube e Pirelli HangarBicocca

Foto di Agostino Osio

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  • Dancing On The Head Of An Eagle

    Russell Haswell

  • Gas Attack (Dj Stingray 'Atropine Mix')

    Russell Haswell

  • Why Is the Courtesy of the Prey Always Confused with the Courtesy of the Hunters... Pt. II

    Keiji Haino

  • Now I’ve Gone and Done It I Spilled Holy Water (Just Water) over That Thing Called Healing Music There Was a Faint “Tsk”Noise [Live]

    Keiji Haino

Courtesy of Spotify™

Una volta ho visto su un sito di dating una ragazza uguale a Keiji Haino: capelli corvini lunghi e lisci, occhiali da sole sovradimensionati. Me ne sono subito innamorato, inevitabile vista la somiglianza. Motivo per cui ho chiuso il sito, ho dimenticato l’anonima fanciulla, e mi sono rimesso ad ascoltare i Fushitsusha, un amore che avevo a portata di mano senza bisogno di piattaforme di comunicazione intermedie.

Strumenti sempre inutili, ancora di più nel caso di Keiji Haino, che dopo quasi 50 anni di carriera e oltre 170 dischi è più difficile da schivare che da incontrare. Haino ha collaborato con chiunque e ha suonato qualsiasi cosa. E non perché sia l’ennesimo “prezzemolino” di un ambiente spesso autoreferenziale come quello della musica radicale, ma molto semplicemente perché è un fottutissimo genio. Passano gli anni e resta un maestro per chiunque si approcci alla musica con l’intento di decostruirla, torturarla e spalancare mondi nel cranio di chi la ascolta.

Per Russel Haswell, ad esempio, che aprirà la serata con la sua elettronica concreta e deprogrammata, che da gente come il maestro giapponese ha imparato tantissimo. I due musicisti, come spesso accade dentro all’Hangar, si esibiranno all’interno degli spazi di una mostra, cercando di dialogare direttamente con le sculture e installazioni create dal baffuto gallese “Cerith Wyn Evans”, sfruttando materiali come la luce e il suono. Materiali effimeri, inafferrabili, indefinibili, un po’ come l’amore, quello che è impossibile non provare per chi non si è ancora stancato di insegnarci come si fa a fare casino.

Scritto da Filip J Cauz