Il piccolo boy-scout voleva fare la coccinella, ma nella Bibbia sta scritto che Dio creò Adamo ed Eva e che non si può fare confusione tra i sessi e le identità. Un testo graffiante, caustico, che alterna amarezza e divertimento e che porta in primo piano, senza mezzi termini, il peso della cultura maschile e sessista e la responsabilità della religione nella subalternità delle donne e nella volontà di rimozione delle persone transgender.
Andrea Adriatico e Teatri di Vita ritornano sul sessismo e sui temi LGBT con il testo dell’autrice transessuale inglese Jo Clifford “evǝ”, tradotto da Stefano Casi, reduce da una tournée in Italia e a Berlino. In scena una compagnia di tantǝ “evǝ” che moltiplicano l’originario monologo in un coro di identità e fluidità, da Eva Robin’s, icona del transgender, alla regista d’opera non-binary americana Rose Freeman, dall’attrice storica di Teatri di Vita Patrizia Bernardi all’attore palestinese Anas Arqawi, dal danzatore-performer Met Decay all’attore-produttore Saverio Peschechera.
L’appuntamento è a Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485, Bologna; tel. 333.4666333; www.teatridivita.it), venerdì 18 febbraio alle ore 21, sabato 19 febbraio alle ore 20, e domenica 20 febbraio alle ore 17.
Scritto da LR