In questi tempi che a pensarci un attimo ricordano certi incipit di sigle obsolete, che sembrano appartenere ai signori della guerra, a strani regnanti che cercano di spadroneggiare sulle terre in tumulto, studioamatoriale inaugura il suo settembre con uno sguardo retrogrado e nostalgico, da antieroe.
Un monito libidinoso e autoerotico che canta l’impossibilità d’ottenere appieno la propria realizzazione.
A cura di Eleonora Angiolini e in collaborazione con Contemporary Attitude, studioamatoriale porta a Milano Manuel Casati, l’artista e fashion designer deputato a confrontarsi con la Fashion Week. Manuel guarda con fascino a vecchi Re caduti in disgrazia poco più che infanti, ergendoli a figura-specchio, un monito libidinoso e autoerotico che canta l’impossibilità d’ottenere appieno la propria realizzazione, ciò che gli è dovuto e ciò a cui era predestinato – da altri. La figura che orizzonta il progetto di Casati è quella di Delfino di Francia, il mai fu Luigi XVII, pronipote del Re Sole e morto di stenti a dieci anni. I toni ricalcano quelli di un pessimismo che ormai spopola negli umori del West del XXI secolo, ma che si carica di quella malinconia dolciastra che esprime le disgrazie della storia con l’esuberanza regale che a volte le si addice. E allora ecco a più di due secoli di distanza i paramenti regali di un Delfino odierno, schizzato dall’introspezione sognante di un tugurio carcerario alle maglie in raso dorato e maniche lunghe, cargo, tute, insomma: proiettare un autoproclamazione in altri tempi e in altri spazi.
Manuel, avvezzo a un lavoro filologico sul costume e sulla storia, ossessionato all’epoca dalla Marchesa Luisa Casati dei Conti Aman, porta da studioamatoriale un bizzarro attualizzarsi della storia, con tutti i sincretismi del caso. Lo spazio diventerà per l’occasione la camera segreta e introflessa di un bambino mai stato Re, rotto nel destino, con display progettati dal Castucci e un video di Alessandro di Palma. Una performance in cameretta, e qui – come di consueto – riprendiamo le parole del testo di Francesco Tola che troverete per intero all’inaugurazione, e che come sempre raschia la pancia di spilli:
Scusate, mi è caduta la corona
ma che importa, io sono il Delfino
e aspetto davanti allo specchio
il giorno della mia autoproclamazione.
Sono anche una Jeune-Fille,
prodotto desiderante di una libido infestante
Sono da essere ammirato,
obliquo riflesso
di filtri, l’amplesso, senza posa
connesso.
Qui posso, qui voglio sperare
a tutti i costi, e qualcuno ci sarà, qualcuno
che mi guardi
A toccarmi ci penso io.
Scritto da Piergiorgio Caserini