A metà degli anni duemila un gruppo di rocker di Birmingham pubblicò due album ricolmi di tenebre e canti oscuri (“The Back Room” nel 2005, “An End Has A Start” nel 2007) quasi solo per divertimento, e sotto le accuse beffardi di essere solo un’altra brutta copia new wave dei Joy Division. Nei successivi tredici anni la band ha però superato, più o meno brillantemente, la prova del tempo e il rischio dell’oblio abbandonando il progetto iniziale legato al mondo sonoro del post punk ed elaborando uno stile musicale più elettro rock con un uso molto spinto di synth e tastiere, più vicino al mondo dei New Order e Depeche Mode. Un rischio che non ha mai veramente ripagato la carriera del gruppo con il successo ottenuto attraverso i primi due album, ma che li ha traghettati con non poche difficoltà, divergenze e anni travagliati fino al settimo album “EBM”. Un album che grazie anche alla collaborazione con Blanck Mass ha ristabilito un equilibrio e dimostrando ancora una volta il ruolo centrale della band nella scena new wave, dimostrando ancora una volta l’intramontabile talento.
Scritto da Simona Ventrella