Chi di voi è scappato annoiato dalla propria città e chi di voi l’ha fatto dopo aver tentato invano di cambiarla? Chi di voi – aggiungerei – sogna ancora di tornare lì per fare qualcosa con quei bellissimi posti che così non ne esistono da nessun’altra parte? Da piccola Rossella Farinotti, direttrice artistica di Cremona Contemporanea | Art Week 2024, forse immaginava di far pendere un coccodrillo tassidermizzato dalle volte di un battistero (Maurizio Cattelan, Ego), oppure di proiettare un irriverente corto sulle falle dell’ecoturismo al Teatro dei Filodrammatici (The Cool Couple, The Cute and the Useful). E l’ha fatto. A Cremona.
La seconda edizione della settimana dell’arte cremonese apre al pubblico dal 18 al 26 maggio e ospita diciannove artisti – Thomas Berra, Federico Cantale, Victoria Comegna, Lucia Cristiani, Luca De Angelis, Luca De Leva, Jeremy Deller, Roberto Fassone, Claire Fontaine, Francesco Gennari, Judith Hopf, Michele Lombardelli, Nevine Mahmoud, Jonas Mekas, Daniele Milvio, Ornaghi & Prestinari, Emma Talbot, Patrick Tuttofuoco, Zoe Williams – in ventotto luoghi della città. Si va dalle chiese della Cremona dei mercanti cinquecentesca, alle gallerie antiquarie che il mondo dell’arte si è dimenticato, fino a un centro di torrefazione per il caffè.
Ma questa è solo la punta dell’iceberg: infatti si diramano per la città anche i Progetti Faville, ovvero interventi realizzati con importanti realtà culturali italiane e internazionali con l’obiettivo di arricchire e ampliare il percorso espositivo della rassegna. Tra questi vi segnaliamo il progetto di Ettore Favini con la Galleria Triangolo presso Palazzo Guazzoni Zaccaria; il secondo capitolo di Far brillare la polvere del duo Stefano Comensoli_Nicolò Colciago in collaborazione con Progetto Ludovico presso la Residenza Torriani e il super interessante Bar Cremona, presso la Torrefazione Caffè Vittoria con un palinsesto di incontri a cura di Giorgio Galotti.
Per non parlare delle performance, i concerti e altri talk. Insomma trovate tutto QUI.
Ma cos’ha di speciale questa Cremona Contemporanea, che prende in prestito i suoi stilemi delle più scintillanti settimane dell’arte torinesi, bolognesi e milanesi? Semplice. A Cremona lo scorso anno sembra esserci stato tutto quello che in queste altre settimane dell’arte manca da un po’, compresa quella-eternamente-scomparsa partecipazione dei cittadini. Il progetto infatti è stato sentito, partecipato, vissuto, sia da “quelli del settore” che dagli abitanti e dai molti che hanno approfittato dell’occasione per andare a Cremona. Sarà per il fatto che Farinotti e gli altri conoscono benissimo la città in cui hanno deciso di planare, sarà perché Cremona si porta dietro una dimenticata tradizione di botteghe e antiquariato, sarà per il fitto public program che accompagna la fiera, sarà per una maggiore attenzione alle piccole faville piuttosto che ai grandi fuochi fieristici, sarà per un colpo di fortuna. O sono i trucchi di chi sa fare bene questo mestiere. Quello che conta per noi è che da qualche parte si può ancora fare qualcosa con quei bellissimi posti che così non ne esistono da nessun’altra parte e che alla gente questo qualcosa piace davvero.
Quindi siamo pronti a lasciare questa boriosa grande città per sfrecciare sui binari verso Cremona per la nuova edizione dell’Art Week di quest’anno. Per intrufolarci nei pertugi di un paese che si è dimostrato vivo e vitale e per godere dell’arte contemporanea nella versione che ci piace di più: quella sincera.
Scritto da Alessia Baranello