Pensando “ciclo mestruale” salgono a galla tante parole però, per fare un esempio, sessualità inizialmente non è tra queste. Curioso anche pensare che una relazione con le mestruazioni abbia un inizio e avrà una fine, una relazione che matura in modo proporzionale ai nuovi e diversi dolori che comporta, una relazione in cui l’unico gesto d’amore che resterà evergreen è una borsa dell’acqua calda, nei secoli dei secoli.
Per me non è mai stato piacevole affrontare questo “ciclo appuntamento” ma portarlo al centro di riflessioni e scambi è innegabilmente necessario, soprattutto perché non possiamo evitare di farci i conti. Conti, proprio così, perché ci sono gli assorbenti, le coppette, le mutande mestruali, le pillole per regolarlo, le pillole per alleviarlo, le pillole per saltarlo, i mal di testa, i mal di pancia, dolori alle gambe, al seno, a tutto il corpo diverso, alla percezione di sé che cambia e si inspessisce, e si, anche la sessualità entra in questo giro di giostra regolare e non, e nel bene (e di bene ce n’è) e nel male, anche con la sessualità dobbiamo fare i conti.
Insomma, ne farei anche a meno, ma non potendo, me ne lamento, e lamentandomi ne parlo, e parlandone mi piace che si possa cambiare questa narrazione e riconoscerlo, sì RICONOSCERLO in qualche modo, per questo un Festival del Ciclo Mestruale ci serviva. Un podcast non bastava a contenere tutte le storie che ci siamo persi fino ad ora, per questo Eva in Rosso con Promise ed Errante (associazioni che si occupano di empowerment femminile) hanno organizzato 3 giornate al Rob de Matt, dal 24 al 26 di maggio, e una sfilata di talk, workshop, proiezioni, performance ed “effetti collaterali”, così hanno voluto chiamare il book corner, il market e la mostra fotografica che riempirà quelle pareti. “Corpo a corpo” è il concetto che plasma il percorso fotografico, un concetto che rievoca un confronto, un incontro, molto molto ravvicinato, con sé stessi, con gli altri e con lo spazio. Giulia Bardelli e Rocco Venezia hanno curato questo percorso artistico, e la volontà è che richiami in modo materico e metaforico il corpo a corpo che ognuno di noi vive, con 30 immagini che in questo modo racconteranno le fasi del ciclo mestruale.
Un Festival del Ciclo Mestruale forse ci serviva, anche solo per strappare via quell’imbarazzo di cui ancora si sente l’odore e far venire a galla tutte le parole a cui non siamo abituati.
Scritto da Mariangela Ranieri