Judith Hopf esplora diverse pratiche artistiche come scultura, installazione e video. Punto d’ancoraggio è il linguaggio ironico mutuato dalla slapstick comedy, con il quale l’artista affronta, con amara consapevolezza, importanti questioni sociali e politiche. Secondo Hopf, l’umorismo rende strano ciò che sembra familiare, permettendo di guardare la realtà in modo diverso. Attraverso il filtro dell’ironia, persino l’utilizzo di un cellulare risulta un gesto insolito. Phone User 4 indugia su questo cortocircuito. La statua, appartenente a una serie più ampia, blocca nel cemento una figura umana intenta a visualizzare lo schermo di uno smartphone. Un movimento compulsivo, a volte inconscio, viene reso manifesto solo nel momento in cui viene fermato nello spazio e nel tempo. Hopf si concentra sul modo in cui si impugna lo smartphone e sulle ragioni per cui si entra in contatto con esso. Phone User 4 appare come un oggetto archeologico ritrovato, futuro calco della società contemporanea. La sensazione di decelerazione legata alla scultura si rispecchia ulteriormente nella sua costruzione che, nella versione in argilla, viene realizzata attraverso l’accumulo e la sovrapposizione manuale di materia. Questa lenta scansione del corpo umano viene poi restituita anche nelle trasposizioni della scultura in cemento. L’utilizzo di questi materiali (argilla o cemento in base ai contesti) da parte di Hopf non rimarca un romantico ritorno alla natura né segue un atteggiamento tecnofobico, piuttosto corrisponde a un impegno continuo su questioni economiche ed ecologiche riguardanti l’odierno sistema dell’arte e le sue politiche di (ri)produzione. Posta al di sotto del varco di Porta San Vitale, Phone User 4 è un invito a cambiare passo, a fermarsi e a guardarsi intorno, un richiamo al rallentamento. L’intervento di Judith Hopf si completa con la presentazione di Phone User 2, 2021, presso la Fondazione Zucchelli.
Scritto da LR