L’arte che va in piazza. Anzi, l’arte che va al Picchio, che è più di un bar, o di un tabacchi. Il Picchio è una storica piazza milanese dove personaggi della città – giovani, vecchi, hipster, artisti e designer, qualche architetto, studenti, viandanti o abitanti di zona Porta Venezia – vanno a bersi una birra, uno spritz o il bianchino. Felice e la sua famiglia sono dunque un punto di riferimento pre o post serata. Lui ascolta, chiacchiera, si ricorda di tutti. Sarà forse quel caotico muro dietro al bancone di sinistra dove sono collezionate centinaia di fototessere di chi li ci è passato più volte che mantiene salda la sua memoria? Fatto sta che lì, al Picchio, un mood contemporaneo legato all’arte si respira. E Davide Genna, con la collaborazione di Roberta Savelli, ha deciso di intervenire nel locale attraverso un’azione artistica dall’impatto estetico assolutamente riconducibile agli anni del bar Picchio, i Settanta. Quelli che si assorbono dalle vecchie vetrinette coi liquori; dal biliardo coperto di pacchi, carte e oggetti; dai tavolini in un certo modo; dalla vetrina in un certo modo e dal pavimento di mosaici azzurri che ha ispirato Davide, tanto da prenderlo come punto di partenza per creare una spiaggia illusoria che, partendo appunto dal basso, percorre tutto il muro della sala principale con forme di richiamo naturale – rami di alberi verdi e rossi? Alghe? Cactus? – con l’inserto di due tenui ritratti su tela che raffigurano un ragazzo e una ragazza, opere di Roberta. La figura maschile, con camicia verde che riprende il pattern su cui è posato, guarda quella femminile che, invece, ha lo sguardo altrove: verso il basso, triste. E’ la storia di “Shakaspeare on the beach” che della spiaggia ha giusto i pattern e i colori, un’indicazione personale a un’altra opera di Genna, “Libido seaside” che, attraverso il dialogo con le due figure umane, rappresenta un flusso inaspettato in un luogo non convenzionale. Per Roberta Savelli gli abitanti del Picchio sono le persone, i loro volti, le loro pose, per questo la scelta del ritratto, e la spiaggia subentra dopo. L’idea era quella di snaturare un luogo, inserendo stralci di vita quotidiana attraverso un’aderenza per lo più estetica. E’ per questo che la Savelli ha inserito due presenze al muro e Genna ha interagito con loro dal basso: per un impatto diverso che, spero, rivedremo al Picchio.
Scritto da Rossella Farinotti