Ho conosciuto Pär Grindvik più di dieci anni fa quando è venuto per la prima volta a Milano a suonare in uno scantinato buio e puzzolente che ora non c’è più, il Cantiere Delirio, e il party lo organizzavo io insieme ad altri amici e si chiamava Beatbank. Già allora era uno dei nomi “grossi” della techno, uno di quelli con cui si andava sul sicuro.
Quella serata fu memorabile, non solo per il live di Pär che incendiò lo scantinato, ma anche perché non mi sarei mai aspettato che uno scandinavo potesse essere così caloroso e amichevole: il sorrisone con cui ci ha fatti saltare tutta la sera era bello almeno quanto quelli che avevo attorno.
Da quella sera la techno è cambiata un sacco, in mille modi diversi e anch’io mi sono innamorato di un sacco di artisti nuovi e stufato di altri, ma Grindvik è sempre la solita garanzia, so che quando ho voglia di quel sound granitico ma mai noioso posso sempre contare su di lui e quando viene a Milano cerco di non perdermelo.
Ripensando a quella sera di più di dieci anni fa, poi, non è un caso che questa volta venga proprio al Masada, un posto in cui il calore e i sorrisi sono esattamente come quelli che ho visto ogni volta che sono stato a sentire il mio amico Pär e dove si suona techno proprio come fa lui: con i muscoli e il sudore.
P.S. Spero di trovare anche tutti gli stessi amici di 10 anni fa legati al clubbing, sicuramente con qualche anno in più e magari qualche capello (e neurone) in meno.
Scritto da Raibaz