PARANOICA

Casoretto Paranoica

Come se Achille Occhetto non fosse mai esistito

quartiere Casoretto

Scritto da Giada Biaggi il 2 settembre 2020 Aggiornato il 14 settembre 2020

Se c’è una cosa che non manca a Casoretto sono gli epifenomeni estetici dell’Italia rossa che fu. Se  passeggiamo per le vie del Casoret e ci astraiamo dalle coordinate spazio temporali della cogenza storica in cui siamo gettati; possiamo sentirci un po’ delle ragazze e dei ragazzi degli anni Settanta – arrivando addirittura a postulare la non esistenza di Achille Occhetto. E poi partono i CCCP. Tanti i luoghi che qui ci ricordano quella che Nanni Moretti amava epitetare come “La Cosa”; quella sinistra un tempo comunista che parlava, parlava, parlava – un dolce rumore di rivoluzione che in questa Casoretto Paranoica possiamo tentare di far rivivere in maniera sinestetica. Negli anni Settanta il quartiere rappresentava il luogo in cui la sinistra tradizionale ed extraparlamentare erano maggiormente radicate e sviluppate; il Casoretto era anche il luogo dove per prime si erano insediate le Brigate Rosse e svariati gruppi della lotta armata di sinistra – le sedi del PCI erano sparse a macchia di leopardo per il quartiere e nessuno pensava che il giaguaro si sarebbe mai dovuto smacchiare.

Se passeggiamo per le vie del Casorett e ci astraiamo dalle coordinate spazio-temporali della cogenza storica in cui siamo gettati; possiamo addirittura arrivare a postulare la non esistenza di Achille Occhetto. E poi partono i CCCP

“Teatri vuoti e inutili potrebbero affollarsi”, cantava la band emiliana con echi del futurismo alle porte ed è proprio quello che è successo al Casoretto con il Campo Teatrale, un spazio dove adesso operano attivisti e creano artisti.  Un altro spot rosso imperdibile è il vecchio Leoncavallo, stiamo parlando della sua sede storica, la prima in ordine cronologico ovvero quella in Via Mancinelli risalente alla prima occupazione del 18 ottobre 1975. Proprio nei pressi del Leoncavallo è d’obbligo il pellegrinaggio laico al Murale dedicato a Fausto e Iaio, i giovanissimi militanti assassinati nel 1978 e che erano di casa proprio nella prima sede del centro sociale, poi sgomberato negli anni Novanta. A loro dal febbraio 2021 sono intitolati anche i graziosi giardinetti siti in Piazza Durante. Se siete per una sinistra un po’ più parigina e il maoismo per voi fa rima con brioches, alla Bertolucci come dire, vi consigliamo anche un salto al Cinema Casoretto, che sta per essere rimesso in sesto e riaperto. Ed è subito “The Dreamers”.

Per la serie: se tutto il mondo va a destra, il Casoretto mette la freccia sempre a sinistra.

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