I milanesi furono consultati nel giugno 2011 sulla riapertura dei Navigli, e i si furono il 95% del totale dei votanti (49%). Pisapia commissionò poi uno studio e si rese conto che i costi e i tempi sarebbero stati folli, 400 milioni per 10 anni di lavori. Sala invece ha scelto di cavalcare moltissimo questo sogno (sopprimendo l’altro sogno votato dai milanesi del 2011, quello del grande parco sulle aree ex EXPO a Rho), e vuole fare un nuovo giro di “consultazione pubblica” (un giro di ascolto non vincolante) sui nuovi Navigli. La spesa stimata sarebbe di “soli” 150 milioni, ma anche i tratti di Navigli riaperti sarebbero 5 pezzettini piccolissimi: Via Gioia partendo dalla Martesana per 800m (senza neanche lambire la nuova area di Porta Nuova), poi via San Marco 200m, via Sforza in corrispondenza dell’Università, via Molino delle Armi intorno a piazza Vetra e infine Conca del Naviglio da via Marco d’Oggiono alla Darsena. Ora, questi 150 milioni, promette il sindaco, non sarebbero tolti dal già precario welfare comunale, ma dovrebbero essere trovati con altri mezzi. Ci chiediamo però: se uno riesce a trovare soldi extra, perché destinarli a dei segmenti di canali di dubbia bellezza e sicuramente costosissima manutenzione? Non sarebbe meglio incrementare la manutenzione ordinaria dei giardini, delle piazze e degli spazi pubblici esistenti? Per trovare nuove case per chi non ce le ha? Per evitare il rincaro a 2 euro del biglietto ATM e tenere i mezzi pubblici aperti di notte, per la gioia dei nottambuli che così non devono guidare in stato di ebbrezza? Perché non investirli fuori dal centrissimo, già beneficato in quegli stessi punti dalla linea M4 e già pienissimo di bar e locali?
E poi, come ci ha ricordato il grande Gillo Dorfles che se li ricordava, i Navigli erano pozze insalubri, non erano i romantici canali di cui si vagheggia nostalgicamente. Perché Milano dovrebbe diventare la brutta copia di Amsterdam o Venezia, quando la sua bellezza risiede in tutt’altro?