Parola d’ordine empatia. Un tema centrato, potremmo dire, quello proposto da Brera per questo Fuorisalone, dato che oggi più che mai al mondo del design è richiesto disperatamente di acuire la propria empatia nei confronti di un meccanismo produttivo e comunicativo spesso troppo autoreferenziale, vago e straordinariamente privo di contenuti. Provoca sempre un po’ di stupore inoltre la tranquillità nel voler parlare di concetti così basici in un contesto come la Design Week, dove è altresì urlato a ogni costo il guizzo d’intuito o il risvolto strambo-creativo di concetti che talvolta si potrebbe anche fare a meno di stravolgere.

From the basics quindi: intento di per sé apprezzabilissimo, così come la scelta di dare un tocco di femminilità alla squadra di rappresentanza per il distretto, a partire da due dei tre ambassador scelti per questa edizione, ovvero Cristina Celestino ed Elena Salmistraro. Due progettiste in grado di fare dell’empatia un’arma potente che – attraverso suggestioni materiche, cromatiche e formali – dà vita a prodotti e ambienti evocativi e sicuramente empatici. Cristina Celestino presenta il progetto Corallo, ovvero una sala proiezioni da viaggio, disegnata all’interno del tram più antico di Milano. Il salotto si cala in una dimensione onirica e spinge a sperimentare la città anche attraverso altri strumenti, imparando a conoscerla da un punto di vista rinnovato. Elena Salmistraro invece collabora alla campagna “DONT CALL ME” di Timberland, reinterpretando il marchio iconico della quercia attraverso un’installazione interattiva in grado di raccontare, ma soprattutto trasmettere ai visitatori il significato dell’empatia. Un albero dalle sembianze femminili, quelle di una madre Terra che ci invita placidamente a essere più capaci di mettersi nei panni altrui per il bene comune.

Nuova edizione poi del Brera Design Apartment a opera della curatrice Raffaella Guidobuono, che invita aziende e tante donne del mondo del progetto – tra cui Agustina Bottoni, Maddalena Selvini e Cynthia Vilchez – a mettere in luce il solidale rapporto design/alto artigianato. In parallelo 12 designer sono stati invitati a realizzare un pezzo inedito per il lancio di Souvenir Milano, la prima collezione di oggetti che assume la città come simbolo. Un esercizio di memoria che vede anche in questo caso comparire progetti di giovani donne promettenti come Astrid Luglio e Sara Ricciardi, del cui estro creativo siamo curiosi di conoscere gli esiti. Studiolabo poi quest’anno non si risparmierà, anzi sono stati annunciati due gadget che faranno gola ai numerosi design addicted: la Crumpy Map, ovvero la mappa “accartocciabile” del distretto realizzata in collaborazione del brand Palomar, e il gioco da tavolo ufficiale del Fuorisalone, perché si sa che chi per il Salone ci lavora – anche se non vede l’ora che passi in fretta – già pensa a cosa inventarsi per l’anno successivo.