Ad could not be loaded.

mar 22.05 2018 – mer 25.07 2018

Karthik Pandian - Tamil Man

Dove

Federica Schiavo Gallery Milano
Via Barozzi 6, Milano

Quando

martedì 22 maggio 2018 – mercoledì 25 luglio 2018
H 12:00 - 19:00

Quanto

free

Non è la prima volta che Karthik Pandian realizza una mostra da Federica Schiavo. Nel 2014, con Snails and Oysters, è infatti intervenuto nello spazio della galleria a Roma per la sua prima personale in Italia. A breve lo vedremo a Milano. Un artista giovane (Los Angeles, 1981), nato in California, ma itinerante tra Londra, Francoforte e Stati Uniti. Pandian ha infatti studiato tra gli USA e l’Europa. È stato invitato dalle più importanti istituzioni museali, dal Whitney Museum di New York, all’Hammer Museum di Los Angeles, fino al Palais de Tokyo di Parigi … elaborando un immaginario fortemente contemporaneo attraverso un linguaggio complesso, costituito dai media più vari – video, installazioni dall’impatto visivo forte, fotografie, sculture – e da elaborazioni razionali dove il pensiero umano e lo sforzo cerebrale sono tra le fonti primarie della sua poetica espressiva. Non gli interessa l’apparenza della realtà a lui circoscritta da un punto di vista critico, Pandian rileva ciò che vede, da quello sguardo preciso, ma senza i limiti di una soggettività giudicante. È un ricercatore e sperimentatore di materiali tra i più disparati: resine, carta e cartone, silicone, cera, o più canonici come il bronzo o il marmo, anche in polvere, ceramica o gesso. C’è chi l’ha definito un “manipolatore” di immagini: infatti Pandian intercetta la realtà, la percepisce attraverso dettagli e tracce particolari che stanno sotto gli occhi di tutti, per ritrattarle con un’estetica elaborata e intelligente. Se a Roma l’artista aveva utilizzato come pretesti due luoghi simbolo della massima mistificazione – Roma e Las Vegas – a Milano come ci stupirà? Sicuramente con ironia, citando qualcosa come con Spartacus, il film di Kubrick da cui ha tratto il titolo nel 2014, dove Tamil Man, forse, gioca provocatoriamente tra il classico e il contemporaneo più spudorato.

Scritto da Rossella Farinotti