Prima della diatriba sull’ex nome della band canadese – quel “Viet Cong” cui sono stati costretti a rinunciare, chissà perché così “scomodo” secondo l’opinione pubblica… – Matt Flegel e Mike Wallace avevano mosso i primi passi con i Women, dalle cui ceneri sono nati i Preoccupations (e Cindy Lee, progetto di Patrick Flegel). Ok, per alcuni il quartetto di Calgary resterà l’ennesima copia dei Joy Division, fin troppo ben studiata. Eppure, al netto di una personalità sicuramente da consolidare (e di una sequela di sfighe non trascurabili), non si può restare indifferenti di fronte a elegie della paranoia come Memory e Death, con tanto di lunghe code psichedeliche dove perdersi in meandri di stanze buie e asfissianti. Con gli ultimi due album hanno ripulito quel che basta il loro sound dalle scorie kraut, per fare emergere melodie crepuscolari e synth dal sapore eighties. Facciamo che dal vivo – con la voce di Matt Flegel che si fa più irruenta e il passo di una sezione ritmica di cui si parla un gran bene – ci dimentichiamo della retromania dilagante per goderci un po’ di riff al napalm senza troppe preoccupazioni?
Scritto da Lorenzo Giannetti