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gio 12.07 2018 – dom 30.09 2018

Bonalumi 1958 - 2013

Dove

Palazzo Reale di Milano
Piazza Duomo 12, 20122 Milano

Quando

giovedì 12 luglio 2018 – domenica 30 settembre 2018

Quanto

free

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Quando si visita una mostra di un artista italiano della generazione degli anni sessanta, si pensa sempre che sia già troppo tardi. Per Bonalumi forse è così: una grande retrospettiva come quella curata da Marco Meneguzzo a Palazzo Reale di Milano poteva essere realizzata prima. Ma non avrebbe avuto la portata e l’impatto contemporaneo che ha adesso. “Milano celebra uno dei suoi figli”, racconta il curatore. Agostino Bonalumi (Vimercate, 1935; Desio, 2013) incarnava davvero quello spirito del tempo della Milano degli anni “giusti” – come indicano un video e il percorso stesso della mostra, che parte con un’estroflessione blu di dimensioni ambientali. Lavorava in Brianza nella pasticceria del padre e poi, la sera, raggiungeva gli amici Piero Manzoni, Enrico Castellani o Lucio Fontana al bar Jamaica. Bonalumi si recava a Milano per teorizzare quelle sperimentazioni in arte che, di fatto, hanno cambiato la percezione del vedere le cose. Dalla fine degli anni cinquanta l’artista, incessante ricercatore e lavoratore, sviluppa la sua vocazione di pittore con un’attitudine costante, non sbruffona e capace, convinto che l’arte dovesse, a tutti i costi, fare qualcosa di nuovo. “In quel momento preciso Milano è stata la prima al mondo a lavorare, grazie ai suoi artisti, sull’indagine dello spazio, sulle sue possibilità di percezione e di bellezza. Non lo aveva ancora fatto nessuno. Negli Stati Uniti c’erano altre ricerche, quella di Frank Stella, per esempio, ma dove la tela aveva rese e funzionalità estetiche diverse”, racconta ancora Meneguzzo. Nel percorso espositivo ci sono 120 opere che dimostrano questo lavoro assiduo, serio: dalle prime tele estroflesse monocrome in cui i giochi di luce e ombra, di geometrie, inserti e tagli spaziali, di equilibri minimi delle forme, creano ambienti tridimensionali, alle sculture di fine anni sessanta in poliestere rosso o quelle raffinate in bronzo dorato, che cercano di racchiudere una sinuosità formale, e poi ancora le opere degli anni ottanta in ciré, un tessuto-non tessuto che Bonalumi utilizzava per restituire lucentezza allo spazio. La mostra prosegue con una seconda tappa dal titolo Agostino Bonalumi. Spazio, ambiente, progetto al Museo del ‘900. Un’invasione dello spazio rigorosa, densa e dovuta.

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Scritto da Rossella Farinotti