Stravedo per G Rap, al secolo Nathaniel Wilson. Il suo stile altamente cinematografico, la sua capacità di storytelling e la cifra multisillabica delle sue rime per me trascende il genere e, so che è un azzardo, sconfina spesso nella letteratura contemporanea (seriamente, prendete i testi di Streets of New York, Ill Street Blues o A Thugs Love Story e poi ne riparliamo). Ma se il mio parere conta il giusto, basti considerare che un titolo di cui si può fregiare Kool G Rap è “il rapper preferito del tuo rapper preferito”. Come dire, se ti metti dietro a un microfono, non puoi fare a meno di citare il nativo del Queens tra i migliori di tutti i tempi. Disdite ogni impegno, la data è di quelle da segnare in rosso sul calendario.
Scritto da Roberto Contini