Due album di inediti e uno di remix, tre EP, svariati dj mix (cerca quello recente su NTS Radio) e uscite irregolari “vinyl only” in due anni. La fuga da Shoreditch e il nuovo studio a nord Londra, lontano dall’invasione di turisti e locatori assassini. I soliti impegni “on the road” e le lunghe sudate che contraddistinguono ogni sessione di “A love from outer space”.
A 55 anni suonati Andy non accenna a prendersi pause, se non quella definitiva, a suo dire, dalle droghe pesanti (ma non dall’adorata ganja). Ributtatosi a capofitto a scrivere musica, esplorando i confini della cosmic disco, lì dove si fa dub techno e post rock, Andy sta vivendo uno dei periodi più creativi della sua carriera. Un esempio? Ascolta i synth alieni sulla linea dub e il riff di chitarra di “Making friends with the invader”, uscito in questi giorni: puro Weatherall, tempo, ritmo e costruzione musicale ineccepibile.
Lo stesso adagio vale per i dj set: negli ultimi anni Andy ha virato su un mood più chilled, su un’unione organica di slow house e cosmic disco, tra le solite gemme sconosciute (l’ultima volta che l’ho sentito era in vena di rarità giapponesi anni Ottanta) che non cerchi nemmeno su Shazam tanto sei sicuro del “No result”. Vorrà dire che stasera ricorreremo alla classica sbirciatina alla valigetta dei dischi.
Scritto da Raffaele Paria