Quando nel 2007 ascoltai per la prima volta Skepta fare lo speaker su un pezzo di Plastician (o Plasticman, se non siete fan di Hawtin) mai avrei immaginato di vederlo diventare un sex symbol, fare sold out al Berghain, rappresentare la cultura grime anche fra le fasce musicalmente meno “alfabetizzate” dei rappettusi (occasionali o meno). Sarà che ai tempi eravamo in quattro stronzi a filarci la dubstep, figuriamoci il grime, sarà che ai tempi manco avessi idea di che faccia (e fisicata) avesse il “Joseph from Nigeria” e quante potenzialità si trascinasse dietro (no homo).
Quando poi nel 2014 Drake cominciò a corteggiarlo (per usare un termine eufemistico) col suo sorrisone da imprenditore discografico, a suon di citazioni in disco e post apologetici sui social, mai avrei immaginato che la fotta di Skepta potesse essere così integra e forte da non soccombere alle facili tentazioni trap. Ok, hanno droppato un pezzo abbastanza pietoso assieme (l’intrascrivibile e irrilevante “Ojuelegba”), ma l’impressione è che sia stato contaminato più un certo mainstream americano da Skepta (anche A$AP non ha disdegnato) che viceversa, e non è cosa da poco.
Le anticipazioni da SK Level (successore del Mercury Prize 2016 “Konnichiwa”) sembrano confermare il trend e l’integrità col grime meno paraculo. Aggiungiamo il fatto che dal vivo sia sempre stato un mostro tecnico e che su Instagram faccia delle stories molto divertenti anche per chi – come me – se ne batte il cazzo delle “storie” e abbiamo un altro preventivabilissimo sold out.
Scritto da Andrea Pagano