“La formazione in cui preferisco suonare è il duo, sempre. Mi piace il rapporto che si crea in due. Il duo è un dialogo vero, aperto, radicale”. Lontana da certa esclusività degli ambienti “colti” (nonostante una formazione classica), immune a certe pose dell’avanguardia, se seguite queste pagine saprete già che Alessandra Novaga è una chitarrista fuori dagli schemi, tra le più interessanti nel panorama italiano legato all’improvvisazione.
Con la sei corde ha un rapporto quasi fisico – l’abbiamo vista suonare con archetti, oggetti e maneggiare lo strumento in maniera sempre varia, imprevedibile e personale -, sicuramente eclettico (le intersezioni con il cinema e il teatro, i cambi repentini di orizzonte sonoro, dalla sperimentazione più spinta a forme quasi avant rock); ma, soprattutto, come le migliori espressioni della musica improvvisata e di ricerca vorrebbero, l’abbiamo sentita cimentarsi in innumerevoli collaborazioni, ogni volta proiettate verso un viaggio e un’evoluzione diversa. Quella con Stefano Pilia la più recente, e poi a ritroso (per restare in ambito strettamente musicale) Massimo Falascone, Patrizia Oliva, Sandro Mussida, Elliot Sharp e Andrea Centazzo.
Con gli Zinc & Copper in città, la chitarra di Alessandra Novaga proprio non poteva resistere a un appuntamento informale con il corno francese della musicista greco-austriaca, da anni di stanza a Berlino, Elena Margarita Kakaliagou (un terzo del trio ospite il 18 dicembre in concerto all’Hangar). Un set improvvisato, che sa di incontro tra amici, vista anche la location perfetta di Volume. E che immaginiamo saprà sprigionare una vitalità e visionarietà musicale fuori dal comune.
Scritto da Chiara Colli