Sin dagli esordi, Leon Vynehall si è sempre definito come un produttore al di là dei classici immaginari della musica dance. Ha costruito la reputazione prima attraverso movenze house e downtempo – che gli sono valse il plauso della Rush Hour – poi gettandosi nell’universo ambient, che lo ha portato alla definitiva consacrazione attraverso la pubblicazione del suo ultimo album in studio, “Nothing Is Still“, uscito per Ninja Tune.
Un disco che sembra mostrare un’eccitazione nervosa e si snocciola attraverso incursioni jazzy e un suono incredibilmente ricco fatto di archi e synth, che sembrano suggerire la contemplazione di un viaggio oltreoceano, oppure quel senso di spaesamento che si avverte quando ci si trova all’interno di un posto nuovo. Tutto questo lo ritroverete anche all’interno dei suoi dj set, contemplativi quanto estasianti: basta buttare un orecchio al suo ultimo “Dj Kicks”, in cui passa con estrema disinvoltura dai Tomaga ai Bourbonese Qualk.
Ed è proprio in queste occasioni che Leon Vynehall pare voglia trascendere dalla semplice definizione di produttore di musica elettronica, esprimendo completamente se stesso, dando vita a uno spumeggiante susseguirsi di emozioni che permangono per tutta la durata del set.
Scritto da Fabrizio Melchionna