Fino a una manciata d’anni fa, prima che firmassimo l’accordo con cui abbiamo ceduto tutta la nostra conoscenza a una certa azienda con sede a Mountain View, California, muoversi per la città richiedeva una prima fase di studio dello stradario. Muovere il dito sulla mappa diventava un antipasto dell’esplorazione, un primo sforzo di inventiva su come congiungere il punto A al punto B, spingendosi tra zone sconosciute. L’Hangar Bicocca, ad esempio, avrebbe rappresentato uno di questi punti di domanda topografici. Nato ormai parecchi anni fa, popolato da torri prima che cominciasse ad accadere al cielo cittadino, l’Hangar è rimasto un luogo del mistero, che si palesa in maniera del tutto irregolare nell’esplorazione cittadina, in genere senza annunciarsi.
Per arrivare a passarci il dito sopra bisogna tracciare percorsi molto distanti, che il più delle volte non ne avvertiranno nemmeno la presenza. Ma in alcune occasioni è come se le Torri dell’Hangar cominciassero a spingere, creando un’increspatura nella mappa. È il caso di questo appuntamento, che manda fuori strada presentandosi come una raccolta di “schiume, forme, spugne, nuvole e vortici”, ma dietro a questa bizzarra lista della spesa cela tre menti luminose delle avanguardie sonore, chiamate a raccolta da David Toop, musicista, giornalista, ricercatore, compositore e chi più ne ha più ne metta. Ad affiancarlo in questo concerto realizzato all’interno della mostra “Igloos” di Mario Merz, ci saranno la compositrice di musica elettronica Lucie Štepánková e John Butcher, straordinario sassofonista inglese dedito ormai da tempo al terrorismo sonoro più libero.
Un trio che appare come un miraggio, una topografia nuova su una mappa sempre povera di punti. Fuori luogo e fuori tempo, fuori anche dalle latitudini, tanto che l’Hangar li porta a Milano per farli suonare in Groenlandia. Intorno a loro non ci saranno torri questa volta, ma una distesa di igloo. Aggiornate le mappe.
Scritto da Filip J Cauz