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ven 08.03 2019

A Fury Tale - Cristiana Morganti

Dove

Teatro Astra
Via Rosolino Pilo 6, 10143 Torino

Quando

venerdì 08 marzo 2019
H 21:00

Quanto

€ 16

Esprimere la teatralità della danza. Così, negli anni Settanta, la tedesca Pina Bausch frantumava gli stilemi tipici del più classico “balletto” per dare vita al Tanz Theater, assieme con altre personalità quali Reinhild Hoffmann e Susanne Linke. Non un vero e proprio “metodo”, quello del Teatrodanza, bensì un modo del tutto personale di intendere il corpo come strumento per veicolare concezioni artistiche. Nella sua visione, infatti, la Bausch invogliava a esprimere le proprie interpretazioni dei sentimenti attraverso una danza libera e improvvisata, generata, per esempio, dalle domande poste all’attore/danzatore da parte del coreografo. Lo sa bene Cristiana Morganti, che con la Bausch lavorò a stretto contatto nel 1993.

A Fury Tale, di cui la stessa Cristiana firma l’ideazione, ma anche la regia e la coreografia, vede come interpreti Anna Wehsarg e Anna Fingerhuth, entrambe dotate di una carnagione rigorosamente chiara e di una capigliatura rossa, anch’esse ex danzatrici del Tanz Theater. Ciò che muove questo racconto dai toni fiabeschi, come già si evince dal titolo (“Fury Tale” è appunto un gioco di parole derivante da “fairytale”), è la rappresentazione del mondo del femmineo in tutte le sue declinazioni e contraddizioni.

Qui la Morganti non danza, ma proietta la sua scrittura coreografica sui corpi delle sue due attrici, ibridi dalla testa di volpe, specie di doppelgänger dall’essenza speculare; duellanti ma al contempo amiche; affettuose, seppur rabbiose e combattive. Rabbia che è poi il motore di questo spettacolo; una rabbia però letta nella sua doppia veste di potenza distruttrice e di spinta vitale. Anna e Anna, coi loro nomi palindromi, si legano avvicendevolmente per confondersi e quindi raccontarsi, attorniate da una scenografia bagnata di colori e di luci stroboscopiche.

A Fury Tale è dunque un lavoro ricolmo di pienezza per cui non serve rintracciare il delinearsi di una trama ben definita. Anna ed Anna non sono danzatrici, bensì “danzattrici” che agiscono all’insegna di una marcata consapevolezza, quella improntata a una necessaria ricerca del movimento e dell’espressività. Necessaria, così come dev’essere la precisa volontà dello spettatore di osservarle all’opera.

Scritto da Simöne Gall