È una tendenza ormai abbastanza consolidata quella di far dialogare clubbing d’avanguardia e location dal fascino classicheggiante, elettronica d’autore e dimore d’antan. In questa ottica, il rendez-vous con Club To Club nella sontuosa cornice del Teatro Carignano non è più una novità – negli anni hanno calcato quel proscenio producer del calibro di Carl Craig, Jeff Mills o James Holden – ma una gradita conferma. Stavolta, lo “spettacolo” è orchestrato in tandem con il-quasi-torinese-d’adozione Nicolas Jaar e la sua label Other People (che, tra gli altri, ha in catalogo anche gli ultimi lavori del local hero Vaghe Stelle).
Primo atto subito spiazzante, grazie all’atipica performance ambient-psichedelica del francese Pierre Bastien, che è solito armeggiare con bizzarri strumenti auto-costruiti dall’estetica vagamente steampunk e in questa occasione presenterà il disco realizzato insieme ai portentosi Tomaga, duo synth e batteria tra avanguardia, minimalismo e rumore ai limiti dell’esperienza psichedelica.
Secondo atto: monologo per chitarra di Patrick Higgings, musicista di estrazione avantgarde che potrebbe farci rievocare un’esibizione indimenticabile dall’albo dei ricordi di C2C: quella del Maestro Arto Lindsay al Conservatorio, anno 2016. Per il gran finale, ovviamente, sale in cattedra Jaar (l’ultima volta si era presentato in loco con l’amico Dave Harrington per il progetto Darkside), accompagnato da una “orchestra” d’eccezione che comprende il sassofonista Mette Henriette, il pianista Johan Lindval e la percussionista Valentina Magaletti (dei Tomaga). Sul palco addirittura il “duduk”, antico strumento della tradizione armena.
Uscendo dal teatro, fate pochi metri verso l’adiacente Piazza Carlo Alberto: potrete commentare il live di Nicolas Jaar di fronte all’installazione al neon posta sulla facciata della Biblioteca Nazionale e firmata nientemeno che da… Suo padre Alfredo Jaar!
Scritto da Lorenzo Giannetti