Vent’anni fa usciva “Something to Write Home About”, album fondamentale per chi ha vissuto la seconda ondata di emo-punk-pop-rock. Chitarrine, tastiere e sing-along che travolgono cuori da un quarto di secolo, i Get Up Kids sono tra le band cardine di un certo tipo di Anni Novanta. Indelebile il mio primo concerto dei cinque di Kansas City. Bologna, 2009: sorrisoni e un po’ troppi Pastis, un’aria di trepidazione totale. L’amico che si presenta con un sacchetto pieno di agrumi, perché “ai Get Up Kids o si piange o si limona”. Il mio personalissimo limone io lo lancio sul palco su “No Love”.

I Get Up Kids non sono però ancorati ai fasti del passato: un buon EP uscito un annetto fa anticipa “Problems”, primo album della band da otto anni a questa parte in uscita giusto in questi giorni. E dalle premesse tutto fa subito emozionare. Ai Magazzini sono sicura di rivedere tante delle facce di cui sopra. Noi siamo cresciuti con i Get Up Kids e i Get Up Kids sono cresciuti con noi.