Il regista danese presenta in piazza il suo più grande successo, Drive.
Quando arrivano a Hollywood, molti registi europei anche i più originali si uniformano all’industria, confezionando film formattati. Non è il caso del danese Nicola Wmding Refn che, pur se in un film su commissione da un romanzo (di James Sallis), lascia tracce ben visibili della personalità mostrata nella trilogia ‘Pusher’ e in ‘Bronson’. (…) Uno struggente romanticismo lo traversa; malgrado alcune scene di estrema truculenza, alcune (tra tutte quella dell’ascensore) di un virtuosismo che le candida fin da ora alle future antologie del cinema. Non mancano i riferimenti metacinematografici, a cominciare dalla maschera di scena in lattice indossata dall’eroe per rendersi irriconoscibile. Il divo ascendente Ryan Gosling si conferma molto oculato nello scegliere le parti. (Roberto Nepoti)
Scritto da Salvatore Papa