Eroe dell’indie rock anni 90, icona indiscussa di una generazione di musicisti devoti alla bassa fedeltà, armati di parole costruite e chitarre distorte portate in scena con coscienza e nonchalant: in trent’anni di carriera, coi Pavement o da solista, Stephen Malkmus è diventato così bravo a essere Stephen Malkmus che con la pubblicazione di “Groove Denied” (2019, Domino/Matador) sembra essersi preso una boccata di libertà.
Un disco in cui dismette i panni del feticcio indie, pubblicando una raccolta autoprodotta di canzoni elettroniche, realizzate nel corso di un decennio e ispirate alla Berlino dei club. Così, per il gusto di ricordarci che il talento artistico e la musica sono fatte di spirito indipendente e divertimento. Come suonerà il suo stile inconfondibile di songwriting distorto, ricoperto di rumore e farcito di lirismo criptico in questa solo version tutta al digitale?
Scritto da Simona Ventrella