Erano anni bui quelli in cui si svolgevano le prime Vogue Fashion Night Out di cui io abbia memoria. Alto medioevo postmoderno di una Milano sfinita che esalava gli ultimi rantoli di edonismo 80s. Una Milano non più da bere ma bevuta che celebrava la propria sconfitta riversandosi in strada e sublimando la guerriglia con nichilismo a colpi di pessimo prosecco bevuto a rotta di collo nel quadrilatero della moda. La rinascita della Milano progressista era ancora inimmaginabile, l’Expo un’ipotesi balzana.
I tempi però sono cambiati e ci siamo ritrovati nella città dove un milione di ragazze ucciderebbe per poter avere la residenza (semicit.), e così è cambiata la VFNO che torna con un nuovo nome: Vogue for Milano. Uno street party, nelle parole di Emanuele Farneti, direttore di Vogue Italia. Inclusività e performance, poesia, esibizioni live di Fadi, Levante, Mahmood, dj set di Nicola Zucchi e un tema ‘Words Matter’ che vuole avvicinare i giovani ai linguaggi della moda e della creatività. Ma del resto come ben sappiamo, si può togliere una fashion victim dalla VFNO, ma non la VFNO da una fashion victim e il prosecco resterà un asset irrinunciabile.
Scritto da Jacopo Bedussi