La spiaggia, il mare, il sole, l’estate, l’amore, l’amicizia, la festa, la condivisione, l’ambiente, la gente con la g strascicata perché Lorenzo è un toscano, anche se non sembra. Gli garba da morire quello che fa. Arriva dopo pranzo, si piazza con una tenda da indiano dietro il palco, in mezzo alla polvere. Improvvisa, duetta, ride, scherza, scatta foto. Sta lì, lì nel mezzo, finché ce n’ha sta lì. Non si risparmia, lotta con tutto se stesso per quello in cui crede. E se ci crede lui ci credono trentamila alla volta.
Non canta e basta, ospita band, sogna Coachella, corre a piedi e in bicicletta per sposare una delle centinaia di coppie che lo hanno scelto nel giorno più bello della loro vita. Torna sul main stage, monta una consolle, suona Avicii, Major Lazer, Daft Punk. Scratcha improvvisando on the mic. Torna bambino, al giorno in cui Claudio Cecchetto lo scoprì per poi trasformarlo nel guru pop più influente dell’ultima generazione. In questo tour sul palco con lui ci sono nomi “storici” (DJ Ralf, Baldelli, Benny Benassi, Alborosie, Frankie Hi Nrg, Tre Allegri Ragazzi Morti), ma pure il suo occhio sul mondo (Tony Allen, l’amico Bombino, The Liberation Project, Fatoumata Diawara, Baloji) e soprattutto quello sulle nuove leve italiche, dimostrando di essere ancora sul pezzo (Charlie Charles, Nu Guinea, Giorgio Poi, Coez, I Hate My Village, Rancore, Rkomi, Willie Peyote). Festa italiana, estate addosso.
Il Jova Beach è la cosa migliore che l’intrattenimento musicale italiano abbia prodotto negli ultimi dieci anni ad essere accomodante, venti ad essere sincero. La lotta continua con le istituzioni locali ne fanno un eroe popolare. Quasi sempre la spunta, un paio di volte non gli permettono di montare il circo. Ma pazienza, si guarda avanti, verso il non convenzionale. Verso Linate. Si vola.
Scritto da Alessandro Lippi