Danny McDonald è nato a Los Angeles e lavora a New York. Dalla West Coast porta la visione comica e tragica, il registro grottesco, il filone narrativo e l’impossibilità di prescindere dalle circostanze più orrende della contemporaneità politica e sociale che è appartenuta a molti artisti di quelle parti prima di lui.
Le sue sculture mettono in scena eroi cattivi che interagiscono distruttivamente con animali e robot, con i simboli della nostra mitologia decadente, come Babbo Natale disteso su una pelle d’orso polare, una piovra mostruosa che attacca la Statua della Libertà, un drone Borg che irrompe a Fort Knox, l’uomo di latta di Oz in una foresta desolata, tori di Wall Street in frantumi sul modellino di un binario ferroviario, l’uomo Marlboro.
Il suo lavoro è assemblare, pupazzetto per pupazzetto, icona dopo icona, tutti i personaggi midcult che hanno popolato giochi e sogni di intere generazioni americane, ammucchiandoli in composizioni che restituiscono all’osservatore, nello straniamento che inevitabilmente gli producono, il senso della mostruosità del reale. Come un anagramma visivo, gli elementi ricombinati offrono una lettura che squarcia il velo della superficie, che mostra l’essenza di un messaggio istericamente negato.
Scritto da Lucia Tozzi