Mi sveglio a letto. Le lenzuola di raso rosso su cui appoggio il viso mi fanno subito capire che non è il mio. Sul soffitto c’è appeso uno specchio che mi dà il quadro completo della situazione: donne e uomini nudi dormienti stesi affianco a me. Sollevo il busto in un millisecondo come un vampiro che si desta dalla tomba e vedo seduta l’unica persona realmente sveglia in quella stanza. Mi dà le spalle, è una donna dai bellissimi ricci ramati da cui spuntano degli sbanfi di fumo. Si gira e mi dice: “Tesoro!”, cazzo Ornella Vanoni, “dormivi come un angelo”, strano perché io di solito russo, mi strizzo gli occhi e lei mi allunga la canna. Faccio un tiro e inizio a tossire, fino a svenire di nuovo.
Riapro gli occhi. Il letto sta volta è il mio. Ai miei piedi c’è solo il mio cane che russa. Prima di alzarmi accendo il telefono e scopro che sono in ritardo. Mi infilo le braghe e attacco il jack al telefono. Nonostante sia controindicato, ascolto la musica mentre guido lo scooter e volo in ufficio. Nel tragitto mi accompagnano le tracce di Ayce Bio e Prev, anche loro amanti di Ornella come Giorgio Strehler e Gino Paoli. Tanto le melodie sono soffici quanto le batterie sono ruvide. A ogni basso mi parte il clacson e al semaforo lancio la sfida all’automobilista di fianco a me, gasato dalla musica gli faccio mangiare la polvere. Non mi sono accorto però che il bus di fronte a me è fermo e ci finisco dentro.
Mi risveglio su un divanetto rosso. Non è l’ospedale perché la musica riempie tutto l’ambiente, mi sembra di riconoscere il suono. Noto subito di non avere nessun segno di contusione. Ci sono dei pali da lap dance intorno a me, ma nessuna ballerina. Mi alzo e dietro ai macchinari da console stanno suonano live Ayce e Prev. Si destreggiano tra vocal e loop provenienti dal loro ultimo album. Le mie gambe ballano, è un buon segno.
Scritto da Eric