Una pedana di effetti e pedali da far impallidire Kevin Shields, l’andatura in costante crescendo di chi ha fatto allenamento coi corrieri cosmici, bordoni di elettronica analogica arrivati dal retrofuturo. Alle 3 di mattina di qualche anno fa, quello dei Gnoomes (pronuncia: “Nuums”) è il set notturno da podio di una delle ultime edizioni del Liverpool International Festival of Psychedelia.
In quattro, cresciuti in una cittadina russa lontana da qualsiasi cosa (Perm’), i Gnoomes sono la traduzione sonora del romanticissimo concetto di “stargazing”, incorciata con grandi melodie e massicce dosi di sintetizzatori – soprattutto nell’ultimo album “Mu!”. Anni fa i ragazzi furono arrestati per futili motivi mentre passeggiavano per la loro città e sperimentarono la scrittura di un album senza “psichedelici”. Poco male: a quanto pare, per sballare, ai russi bastano isolamento, macchine vintage e lunghe sessioni a base di Steve Reich.
Scritto da Chiara Colli