Mi arriva un messaggio vocale, di quelli memorabili, un po’ incomprensibili. “Dove sei, vieni al Fabrique che ci sono i Tale Of Us”. Parafrasando. A concludere epiteti raffinati, che non sto qui a scrivere. Al Fabrique sfortunatamente quella volta non andai, ma Matteo e Carmine – come sempre – diedero lezioni di stile e di clubbing. Emotivamente coinvolgenti, ritmicamente incalzanti, profondamente connessi con il lato emozionale della techno, riescono a far arrivare alle masse un genere mai sentito prima. E mai visto, perché sì la loro musica si vede e si tocca con mano. Che la chiamiate drama techno o epic techno poco importa.
I Tale Of Us – prima su Life&Death e poi sulla loro etichetta Afterlife lanciata nel 2016 – vi portano a spasso tenendovi incollati al dancefloor. Al closing party dello Space di Ibiza mi hanno fatto ballare fino alle 11 del mattino, avendo all’attivo altrettante ore all’interno di quella che fu la festa del secolo.
Loro, puntuali come il sorgere del sole, partirono ben consapevoli della folla davanti e conclusero mettendo come ultimo disco “Children” di Robert Miles.
Orgoglio nazionale in giro per i migliori festival del mondo, i Tale Of Us ridefiniscono un genere e lo portano alla perfezione, radunando e alfabetizzando il grande pubblico a un nuovo concetto di musica. Da Disco Gnome – remix del traccione dei Thugfucker – fino ad arrivare alle ultime produzioni, di strada Matteo e Carmine ne hanno fatta. Mi preparo ad anticipare l’amica dal vocale molesto. Questa volta al Fabrique sarò in prima linea.
Scritto da Lady D.