Scegliere di rappresentare la sonorizzazione di “Vampyr” è di per sé qualcosa di intrigante, provocatorio, seppure un certo grado di oscurità sia un aspetto caratteriale di Torino, e delle sue leggende – città di provenienza di Paolo Spaccamonti e che ha dato i natali a questo progetto, prodotto dal Museo Nazionale del Cinema di Torino. L’interpretazione cinematografica di Carl Theodor Dreyer delle vicende di colui che si nutre del sangue altrui per sopravvivere è un pezzo di antologia. La scena con la vista in soggettiva del protagonista che viene intombato è un elemento straordinario per una pellicola del 1932.
Per la coppia di musicisti composta da Paolo Spaccamonti e Ramon Moro, sonorizzare dal vivo questo film è una sfida stimolante – e già rodata con alcuni live/performance eseguiti negli ultimi mesi: l’oscuro è a pieno titolo nelle loro corde e ormai sono entrambi dei fini interpreti di musiche per il cinema. Una performance visionaria, ipnotica e inquieta (già passata in Santeria a inizio anno con la presenza anche del violoncello di Julia Kent), che a questo punto sarebbe davvero un delitto perderseli.
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Scritto da Fabio Battistetti