Che cosa hanno in comune le nazionali di calcio delle Isole Falklands, Chagos, Principato di Seborga, Sud Tirol, Timor Leste, Cornovaglia, Sahara Occidentale, West Papua, Tibet, Sardegna, Montserrat, Macao e tante altre? Esiste un calcio che va oltre il mainstream e i canali ufficiali della FIFA: è il calcio delle comunità resilienti, delle rappresentative legate all’identità e al territorio. Il calcio è tra i giochi praticati più amati dalla gente di ogni età, abilità, genere, orientamento ed estrazione sociale. Sport che colma le fratture e costruisce i ponti anche dove sembra che non possano esserci. La sua popolarità su scala planetaria ne fa un fenomeno sociale che tende ad andare l’ambito sportivo, creando un vero e proprio sistema culturale condiviso. Il progetto CALCI: Comunità Resilienti rappresenta le maglie ufficiali e le storie delle comunità del mondo: stati, gruppi e minoranze etniche e linguistiche, aree d’identità geografica e storica, città, quartieri e altri luoghi di memoria e appartenenza collettiva. Storie capaci di offrire una sincera fotografia delle risposte comunitarie alle avversità e alle crisi (naturali, ambientali, sociali, economiche, storiche e politiche), dando spazio, parola e riconoscimento alle persone che le hanno vissute in prima linea, tenendo fuori interpretazioni e connessioni di tipo politico e ideologico. Il progetto è ideato e strutturato da Francesco Zema, esperto in Giustizia Riparativa e Community Work al servizio del non-profit milanese ed estero. Il professionista ha speso dodici anni di lavoro e volontariato al servizio di comunità, giovani a rischio e persone con disabilità all’interno dei contesti vulnerabili e ad alta marginalità sociale in Italia, Messico, America Latina, Asia e Medioriente.
Scritto da La redazione