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ven 30.10 2020 – ven 27.11 2020

Mosa-Acid Bleach+"People of Ruins" - performance in collaborazione con Lobo

Dove

Avantgarden Gallery
Via Tertulliano 68, 20137 Milano

Quando

venerdì 30 ottobre 2020 – venerdì 27 novembre 2020

Quanto

free

ACID BLEACH è la nuova personale dell’artista parigino di origini georgiane ALEXANDRE BAVARD in arte MOSA presentata da Avantgarden Gallery a Milano.
Alexandre Bavard, formatosi all’École nationale supérieure des beaux-arts di Lyon, è da considerarsi un drammaturgo e un performer al tempo stesso, poiché tende a creare narrazioni che trascendono ogni mezzo e che si alimentano di ripetizioni, movimenti, flussi, azione.
Le opere esposte si concentrano sulla pittura informale su tela trattata col metodo della scoloritura (Bleach), ma trovano espressione anche nella scultura in resina e cemento, nel video e nella performance. Nel lavoro di Alexandre l’allestimento espositivo diventa alla stregua di una scenografia teatrale distopica, a volte oscura, e lo spazio si trasforma attraverso lo sguardo di un esploratore del futuro. Traslando il punto di vista nel tempo, oggetti di uso comune, come abiti, copertoni, taniche, contenitori in plastica di ogni tipo, giocattoli, diventano i simboli dell’antropocene ripensati e rivisitati come i resti per una nuova archeologia di cui l’artista ci rende testimoni a priori.

La creazione scenografica di Bavard negli spazi di Avantgarden riproduce una sorta di mondo perduto e distopico, che lui ama definire ‘wasteland’. Esso è fatto di reti, mattoni e materiali che lui stesso ha cercato e trovato lasciandosi ispirare dal ready-made delle location visitate in quella che possiamo definire alla stregua di una artist-in-residence milanese. Esploratore delle periferie, ricostruisce in galleria un’ambientazione che supera il concetto di tempo, la metropoli è scomparsa: non c’è più passato, né presente, né futuro. Lo spettatore si trova avvolto da una senso di perdita, una tabula rasa, il caos dei primordi, dove solo alcuni indizi gli ricordano chi è stato e dov’era. Le sculture in resina antropomorfe, ma dove l’umano biologico non c’è più ed è rimasto solo un simulacro (abiti, atteggiamenti e attitudini del nostro ‘essere stati’), sono tutto ciò che rimane di noi. Lo spettatore esplora il suo stesso mondo rimanendone estraneo.
Tutto è da ricostruire, forse? Bavard sceglie la performance per rispondere al vuoto e all’immobile.

Lobo, laboratorio multidisciplinare e d’avanguardia di artisti e psicologi, nato dalla mente di Virginia Roghi, da anni ricercatrice nella cultura underground, viene scelto proprio per attivare l’installazione e aggiungere suggestioni estetiche con creature che abitano la ‘wasteland’ bavardiana.
Squarciano la scena i componenti di una tribù, divinità e semidei conquistano lo spazio proponendosi con tutta la loro attitudine anarchica, tipica di ogni ricostruzione libertaria, al di là del gender, al di là delle vecchie regole, al di là di ogni tricotomia uomo-donna-natura.
Sofia Baldi, curatrice della performance che prende il titolo di People of Ruins, lavorando a stretto contatto con le visioni di Bavard, veste i personaggi della performance con gli abiti ‘bleached’ dall’artista stesso, chiudendo il cerchio sulle opere su tela portatrici di un misterioso messaggio dal futuro.

Non è un caso che la ormai storica galleria milanese, che tratta da sempre artisti che hanno avuto e hanno tutt’ora a che fare con la street culture e l’underground, scelga un artista come Bavard. Col nome di MOSA, Alexandre vanta infatti un passato da writer. Non solo.
Bavard ha ricodificato il writing donandogli una nuova vita. Il “Bulky” è un sistema di tracciamento del movimento generativo dalla tag. Questo sistema risponde a un desiderio primario di portare le tag nello spazio espositivo superando l’idea riduttiva di una trasposizione delle street tag sulla tela grazie a un processo di intellettualizzazione della calligrafia di strada e il ricorso alla danza. Mentre caratteri e pittura potrebbero limitarsi al supporto della tela, l’uso di coreografie di linguaggio corporeo è una risposta al movimento dell’arte urbana contemporanea. All’origine della Bulky performance c’è un desiderio di combinare diversi mezzi espressivi attraverso l’interazione fra calligrafia di strada, danza e creazione sonora. Questa scrittura del gesto si basa su una dinamizzazione e una riappropriazione dell’alfabeto georgiano, regione da cui proviene l’artista.

Scritto da Lucia Tozzi