Per molti versi in anticipo sul presente, pubblica tutto il suo materiale in open source, lontano da gabbie sistemiche ed esprime un linguaggio sovversivo anche nei confronti di classiche tassonomie. Nel corso della sua carriera mette da parte concetti come l’autorialità e paradigmi convenzionali a cui siamo abituati, coniugando la ricerca estetica e la sperimentazione tecnologica con un instancabile e profondo impegno politico e sociale. Formula così un linguaggio capace di intaccare l’idea stessa di opera d’arte per trasformarla piuttosto in “oper’azioni processuali che si traducono nella creazione di contesti partecipativi e relazionali” (Silvana Vassallo, 2018).
Dalla fascinazione per il pioniere della videoarte Nam June Paik e la demistificazione del mezzo televisivo, all’uso del documentario per illustrare esperienze vicine al teatro, il disagio mentale e fatti storici rilevanti come il G8 di Genova – di cui quest’anno ricorrono i vent’anni –, fino alla sperimentazione con la videocamera del cellulare per mostrare come la bellezza possa assumere valori dai molteplici significati.
I video danno forma a un corpus di 4 ore che si ripete in loop a partire dalla mezzanotte del giorno 7 maggio. Alle 4.00, alle 8.00, alle 12.00 e così via, i video cominceranno nuovamente dal primo, in modo da consentire al pubblico di individuare pressappoco l’orario del video che si intende vedere.
Scritto da Salvatore Papa