Chi è Norma Jeane? Può essere chiunque e nessuno, può essere lo spettatore stesso guidato dall’artista. L’invito che ci fa è di non guardare solamente, ma anche partecipare attivamente.
La sua pratica mette in discussione la centralità della specie umana e attribuisce una dimensione sensibile alla tecnologia impiegata, capace di calcolare e affermare una propria autonomia rispetto a chi l’ha creata. Questo processo di emancipazione tecnologica suscita sentimenti paradossali in chi ne viene a contatto: da un lato vi è la paura che la tecnologia possa presto prendere il potere, spazzando via dalla terra gli uomini, e dall’altro la diffidenza irrazionale che l’uomo riversa su ciò che è nuovo, eccentrico e fuori dagli schemi. Le opere di Norma Jeane abbracciano le antinomie degli elementi che le costituiscono al fine di definire il modo in cui questi interagiscono con il pubblico, di cui l’artista stesso fa parte.
Gli oggetti che realizza o le situazioni che crea costruiscono la propria identità nella relazione con le persone e si propongono come soggetti che ripercorrono le tracce del nostro modo di essere. Come tutte le sue opere, anche Che cosa sono le nuvole? propone una riflessione esistenziale sulla natura dell’arte, che si presenta in forma di installazione ludica allo stesso tempo efficace e partecipe. Destinata a convivere con lo spazio per cui è stata pensata, l’opera è anche un frammento dell’identità di Norma Jeane.
L’installazione si rifà al titolo del cortometraggio scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini nel 1967, inserito insieme ad altri cinque episodi in Capriccio all’italiana.
Installazione site specific a cura di Sabrina Samorì.
Scritto da L.R.