Il panettone industriale lo conosciamo tutti: volenti o nolenti, è impossibile superare un Natale senza mangiarne almeno una fetta. Lungi da me iniziare una filippica sulla sua produzione e distribuzione, bisogna ammettere con onestà che in media si tratta di un prodotto discreto, considerato anche il prezzo che a volte è inferiore a quello del pane. Ciò che spesso non mangiamo è il panettone artigianale, quello senza conservanti ed emulsionanti e fatto con ingredienti di qualità (come scrive l’organizzatore dell’evento Stanislao Porzio «realizzato senza ingredienti che ne prolunghino artificialmente la vita – come i conservanti e i mono e digliceridi utilizzati dall’industria, né semilavorati che ne facilitino la produzione artigianale, omogeneizzandone i sapori – lieviti disidratati e mix»), vanto della nostra città dai tempi di Ludovico il Moro e venduto in alcuni delle pasticcerie milanesi più prestigiose a prezzi che arrivano a oltre 30 € al chilo (o 3-4 a fetta). A Re Panettone i migliori produttori artigianali non solo milanesi si mettono in mostra, proponendo il loro panettone al prezzo fisso di 22 € al chilo: approfittiamone, è un’occasione per rifarsi la bocca. Tra gli eventi più interessanti di Re Panettone 2015: le degustazioni mirate (5 €), il wine bar del periodico Civiltà del bere (5 € con degustazione libera), l’incontro con il celebre pasticcere Iginio Massari, l’approfondimento sulla DONQ, azienda nipponica produttrice di pane e panettone, e quello sul panettone fatto in casa (mamma, stai calma, bastano i ravioli e il cappone).
Scritto da Simo "Pastu"