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sab 27.11 2021

Arlo Parks

Dove

Circolo Magnolia
Via Circonvallazione Idroscalo 41, 20090 Segrate

Quando

sabato 27 novembre 2021
H 21:30

Quanto

€ 17,,35 + d.p. con tess. Arci

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  • Eugene

    Arlo Parks

  • Green Eyes

    Arlo Parks

  • Too Good

    Arlo Parks

Courtesy of Spotify™

«You play him records I showed you
Read him Sylvia Plath, I thought that that was our thing
You know I like you like that
I hate that son of a bitch
»
“Eugene” by Arlo Parks

«L’anima s’appiattisce tra passato e presente come un’avvizzita corolla di papavero» “Copiatura” – Antonia Pozzi, 1929

Nell’autunno del 2019 Arlo Parks è stata la colonna sonora del mio post breakup. Autosabotaggio, social anxiety e isolamento. Ultima concessione alla fantasia romantica prima dei 40 anni. Le giornate di ottobre, i tavoli dei bar lucidi per la tipica rugiada di birre e lacrime rarefatte. Nelle canzoni di Arlo Parks c’è tutto il disincanto e la sorpresa delle reazioni umane alle umane situazioni. C’è quasi sempre un momento in cui la voce rimane sola, aggrappata a un paio di strumenti. Così mi conquista. Come una rivelazione domestica. Quando sei in cucina con Mario che gira canne, pettina la sua parrucca. E dice quella cosa.

Nell’autunno del 2019 avevo il cuore spezzato, una depressione spesso paralizzante ed ero ossessionata da Antonia Pozzi. Nell’autunno del 2019 ascoltavo solo la voce di Marylou e Arlo Parks. Poi il mondo è cambiato. E per me L’età delle parole è finita. L’atteso album d’esordio di Arlo Parks, “Collapsed in Sunbeams”, è uscito nel gennaio del 2021, è stato accolto dal consenso unanime della critica e ha vinto il prestigioso Mercury Prize. In questi giorni lo sto riascoltando e fingo di passarlo nel mio programma radio immaginario, “Crazy Boviza”. Nell’autunno del 2021 Arlo Parks è ormai icona queer di una Super Sad Generation. Nell’autunno del 2021 io compio 40 anni, ma sarebbe più onesto compierne 70. Dipende da chi guarda, da chi ascolta, da chi legge. In questo autunno del 2021 ascolto solo Mario (al telefono) e le mille voci che ho in testa. Sono il fantasma di un’irraggiungibile vecchia signora. E non ho più un cazzo da raccontare. Ma quando Arlo Parks canta “Eugene”, sorrido. E solo io e Marylou sappiamo perché.

Scritto da Paolo Santoro